In realtà, caro lettore, era davvero una strana famiglia, chiamata famiglia Cappelletto. Quello che la rendeva particolarmente strana, era proprio il padre, il signor Cappelletto. Era un uomo bizzarro, dovunque andava era sempre sugli occhi di tutti, e quanti occhi!
Tutti quelli delle signore del vicinato che, sedute tutte insieme a tavolino, trovavano sempre qualcosa su cui spettegolare. A questo punto vi chiederete…ma cosa avrà mai di strano quest’uomo? Era un tizio alto e magro, molto particolare, il quale per nascondere la sua calvizie, indossava sempre un cappello nero a cilindro, anche quando dormiva, così come la camicia a pois, la sua cravatta, un paio di pantaloncini corti che gli arrivavano fino alle ginocchia, dove d’inverno vi aggiungeva un paio di lunghe calze nere di lana. Mai cambiò il suo outfit, infatti il suo armadio era sempre strapieno di questi vestiti, dai quali lui mai si separava, anche la notte secondo lui era un momento importantissimo in cui essere eleganti! La moglie invece, era una povera donna che aveva dovuto sposare quest’uomo. Era una donna dai capelli neri corti e boccolosi, un po’ bassina e cicciottella. Sopportava il marito 24 ore su 24, anche di notte ovviamente quando il suo cappello a cilindro cadeva a terra, e l’uomo si alzava per raccoglierlo, dicendogli di rimanere dritto sulla sua testa, come se naturalmente il cappello capisse! Oppure cadeva proprio sulla testa della povera moglie, mentre l’uomo si muoveva durante il sonno. I due avevano due figlie entrambe molto belle e intelligenti, da far invidia a tutto il quartiere.
Non si sa da chi avessero ereditato queste caratteristiche. Quando glielo si chiedeva ai genitori, rispondevano: - "Le mie figlie hanno preso tutto da me, per questo sono belle e intelligenti!” E che se non fosse stato così sicuramente avrebbero preso tutto dall’altro genitore.
Le due figlie morivano sempre dalla vergogna quando c' erano i genitori, e quando erano in compagnia, cercavano sempre di evitarli per non fare brutte figure. Così, i genitori cominciarono a seguirle quando uscivano, il padre naturalmente senza mai dimenticare la sua lente d’ingrandimento per non farsi sfuggire nessuna traccia e nessun indizio, pensando sicuramente che le due stessero nascondendo qualcosa. Le costrinsero anche a farsi accompagnare tutte le mattine all’ingresso della scuola fino a suonare della campanella, come due bambine, le quali non erano perché entrambi maggiorenni. Immaginate la vergogna delle due! La signora Cappelletto era un’ottima cuoca, e preparava tantissimi dolci squisiti. Molti pomeriggi invitava tutte le signore del quartiere per assaggiarli, e queste le facevano sempre tantissimi complimenti. Tutto ciò suscitava l’invidia del marito, il quale era sempre stato negato in cucina. Chiedeva sempre alla moglie di fargli cucinare, ma lei mai glielo permise. Sapendo infatti che la sua bella camicia si sarebbe sporcata, e che avrebbe cominciato a urlare per tutto il quartiere, anche per un insignificante macchia. Un giorno madre e figlie uscirono di casa per fare delle commissioni, era finalmente arrivata l’ora che il signor Cappelletto mettesse in atto le sue doti in cucina!
Quando madre e figlie uscivano, ai vicini suonava sempre un campanello d’allarme che li avvisava che l’uomo ormai solo in casa, potesse combinare qualche guaio, come l’ultima volta in cui fece esplodere addirittura la casa! Questo era il momento in cui la città si fermava: negozi, supermercati, bar, e carabinieri che smettevano di seguire criminali e si recavano sotto casa del nostro protagonista. Questa volta però madre e figlie ritornarono prima. Vedendo tutta quella folla sotto casa, si preoccuparono che fosse accaduto qualcosa, non sapendo delle strategie adottate dai vicini in caso di loro assenza. Appena entrata la signora Cappelletto, vide il marito davanti alla sua cucina, tutta sporca e macchiata. Era una buon donna ma se si toccava la sua splendida cucina, andava su tutte le furie. E così fu! La signora si armò di mattarello e scopa, e cacciò fuori casa il marito, anch’egli sorpreso di vedere tutta quella folla che lo attendeva all’uscita. Nonostante la sua stranezza però, il signor Cappelletto era un uomo dal cuore d’oro! Un giorno mentre passeggiava per le vie del suo quartiere, vide una povera gallina che vagava in giro sola e triste. Al signore venne un’idea! Decise di adottare la gallina e portarla a casa con sé. Ritornato a casa con la gallina fra le braccia, la moglie disse: -”Finalmente hai fatto qualcosa di buono! Uccidi la gallina, così stasera faremo un bel brodetto!” Il signor Cappelletto poggiò la gallina a terra, e con due dita strizzò i suoi baffi, le figlie lì presenti si rifugiarono in camera perché sapevano che quando il padre faceva questo qualcosa non andava, e che si sarebbe sicuramente arrabbiato, sprigionando tutta la sua ira. Il padre quindi urlando disse: -”Lei è Gina, la mia gallina e non si tocca! L’ho adottata e d’ora in poi sarà come una figlia per noi!” La moglie trattenne la rabbia, con il mattarello dietro la schiena ,stette zitta, sapendo che un giorno prima o poi quella Gina sarebbe finita nella sua pentola. Avere una gallina in casa però divenne molto difficile, scorrazzava continuamente per casa pizzicando le gambe alla moglie e alle due figlie. Al signor Cappelletto venne improvvisamente un’altra delle sue brillanti idee…portare ad un corso di addestramento la sua Gina! Arrivato al corso conobbe un altro tipo ancora più strano di lui, che aveva portato ad addestrare Alex, il suo gallo domestico. Fra Gina e Alex fu amore a prima vista. Dopo il corso, il padrone del gallo, commosso per l’amore provato dai due, decise di affidare Alex al signor Cappelletto, sempre con il suo consenso ovviamente. E così Gina e Alex si ritrovarono sotto lo stesso tetto con una bella ma strana famiglia. Dopo un po’ la famiglia Cappelletto si allargò. Penserete voi: ”Bene! Sarà nato un bambino, dei bambini!” Non esattamente! In realtà nacquero tanti bei pulcini, dalle uova che Gina covava sul cappello del signor Cappelletto mentre dormiva. Madre, figlie e vicini non ne poteva più! Improvvisamente il signor Cappelletto disse:-”Capisco che ora in casa siamo davvero troppi…ci rimane solo una cosa da fare…”
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